Sulla festa della repubblica

Questa mattina mi sono alzato alle dieci
al suono di un uccellino che cantava vicino al mio balcone, un canto che mi ha regalato
subito un bel sorriso interiore. Senz’altro se avessi parlato la sua lingua
avrei capito che diceva “Oggi è la Festa Nazionale italiana, è il 62°
compleanno della Repubblica”! Invece non me ne ricordavo affatto quando sono
sceso di sotto per guardare le previsioni del tempo con i segni del mio cuscino
ancora ben impressi in faccia.
La tv era sintonizzata su rai uno quando l’ho accesa, e c’era in diretta la
parata militare a Roma! Un’antitesi senza paragoni! Il sorriso interiore è
sparito e la mia faccia si è ripresa in un nanosecondo dall’ingessatura
notturna per cimentarsi invece in una smorfia di profondo disgusto!
Festa della Repubblica : parata militare. Come dire diploma di mia cugina :
corteo di sindacalisti a Brindisi. Cosa cazzo centra?
Oppure festa di Natale : parata delle madri e vedove di tutti i ragazzi e gli
uomini palestinesi morti per la liberazione nazionale.
Tra l’altro ho acceso proprio in un momento speciale. Stavano sfilando dei
soldati armati di tutto punto e la cronista iniziava a leggere da un foglio: “Secondo
l’articolo 11 della costituzione italiana l’Italia ripudia la guerra…”. Ho
subito cambiato canale per non sentirmi costretto a distruggere il televisore.
“Uhm… Fantastico! Oggi piove. Spengo?” No. Forse perché quando una cosa ti fa
veramente troppo schifo c’è sempre il diavoletto nel tuo subconscio che dice “Guardala
ancora un po’… solo un pochino…” e non ti lascia distogliere lo sguardo! Come i
bambini che fissano attoniti il vomito in terra del compagno di classe e poi
sboccano a loro volta. Ho rimesso su rai uno.
Ho seguito la trasmissione per circa dieci minuti ma mi sono bastati a cambiare
opinione su di essa. Non faceva schifo, anzi era più comica di Zelig!

Ecco che viene inquadrato per un attimo il nostro Ministro delle Pari
Opportunità Maria Rosaria Carfagna. Come disse Peppino Prisco a Luisa Corna,
“Ah è lei? Non l’avevo quasi riconosciuta con tutti quei vestiti addosso…”
Poi un bagliore improvviso mi acceca per un attimo. Metto a fuoco… E’ Fini! Scuro
come un magrebino! La sua pelle bruciata riflette tanta luce da farlo assomigliare
a uno di quei neon che usano nelle lampade che si fa lui.
C’è anche Berlusconi! Ovviamente non poteva mancare. Lui applaude meglio di
tutti. I suoi applausi sono lenti, ritmati, precisi e vigorosi. Esprimono forza
e sicurezza, e gli danno perfino l’aria di un uomo intelligente.
Tutti i ministri si alzano, si siedono, si alzano ancora a seconda di chi gli
sta sfilando davanti. Va a simpatie… Ogni tanto uno inizia ad applaudire,
allora gli altri lo seguono. Ma quando applaude Mariastella Gelmini nessuno la
segue, e lei smette immediatamente. E’ giovane, e ne avrà ancora tante da
subire.
Ogni tanto sembra di stare a messa vedendo i ministri che bisbigliano al vicino
di posto “Ma ora ci si deve alzare ancora in piedi?” e poi fanno una faccia
buffissima quando si accorgono che nel frattempo tutti gli altri si erano già
alzati. Come a messa, c’è anche chi rimane alzato dopo che tutti gli altri si
sono seduti. A Berlusconi piace stare alzato perché se no non vede.
Ecco le donne soldato! Sono orgoglioso di loro perché si sono battute per i
loro diritti e ora finalmente possono andare assieme agli uomini a sparare sui loro simili. Addirittura hanno un vantaggio rispetto ai colleghi: conoscono mille
modi per distrarre il nemico.
Poi passa un gruppo di soldati americani, guidati da sette bandiere. Ci sono
quella degli Stati Uniti, quella della NATO, quella con il sigillo della Casa
Bianca, quella dell’esercito degli Stati Uniti, quella del loro battaglione,
quella dei Lakers e quella dei Raptors. I ministri applaudono come non mai
quando passano gli statunitensi.
Molti si sono riseduti e pochi applaudono quando passa un plotone di alpini
francesi. Il regista fa un primo piano al comandante francese mentre fa il
saluto ai ministri. Gli ho letto questo nello sguardo: “Ah, applaudite les americains e noi no! Mais nom de Dieu, chi è quella donna tanto jolie? Sicuramente una persona molto importante, come le ministre des pari
opportunità!” La commentatrice dice “La Francia è l’unica oltre all’Italia ad
avere il corpo degli alpini”. E chi ti aspettavi che ci mandassero? Stanno
appena oltre confine! Non possono mica rompere le palle a quei soldati che
stanno la su in Normandia per la nostra parata del piffero! In Francia le
parate militari sono serie per davvero. Ho visto da bambino quella per la Presa
della Bastiglia: centinaia di soldati, accompagnati dall’orchestra, marciando
si muovevano e incastravano alla perfezione creando effetti e coreografie che
non vedi nemmeno alla cerimonia d’apertura dei giochi olimpici!
Passano anche i tedeschi con i loro tamburi, ma sembrano poco motivati… e noi,
dopo aver tradito la loro alleanza sia nella prima sia nella seconda guerra
mondiale, ci stupiamo ancora se ci considerano figli di puttana!
Sono presenti anche i caschi blu per par condicio. Quattro soldatelli con la
bandiera delle Nazioni Unite. A questo punto vien da chiedermi cosa centrano
tutti questi stranieri? Il 4 Luglio i soldati italiani non sfileranno negli
USA! E tantomeno sfileranno il 14
in Francia (non conoscono le coreografie).
Subito dopo i rappresentanti delle Nazioni Unite passa un plotone di brutti
ceffi tutti vestiti di nero con una grande fascia rossa sul braccio sinistro! Guardo
meglio. Per fortuna non sono SS né camicie nere (“purtroppo” direbbero loro). E’
un corpo speciale altoatesino dell’arma dei carabinieri, un corpo di quei
soldati che usi nelle missioni ad altissimo rischio perché i più esperti
nell’ammazzar la gente. Ma di altoatesini lì in mezzo non ne vedo. Dietro molti
sguardi da duro si nascondo i tratti somatici di ragazzi meridionali. E’
proprio vero che la disoccupazione vi ha dato un bel mestiere; mestiere di
merda, carabiniere!
A quel punto ho spento la tv e li finiva per me questa festa non sentita.

Ora vi racconto com’è festeggiata la Festa Nazionale in Costa Rica, paese in
cui le forze armate sono abolite costituzionalmente!
La Costa Rica festeggia assieme a Guatemala, Honduras, El Salvador e Nicaragua
l’indipendenza dalla Spagna ottenuta il 15 settembre 1821. Ogni anno la
fiaccola della libertà arriva il giorno prima dal Nicaragua portata da studenti
staffettisti e alle 18.00 del 15 settembre finisce la sua corsa a Cartago. A
quell’ora tutti i costaricani finiscono di lavorare e cantano l’inno nazionale.
Vengono organizzate feste in tutto il paese, mentre il giorno prima in ogni
villaggio i bambini sfilano con delle fiaccole accese.
Va detto anche che “la rinuncia al possesso di una forza militare ha permesso
un dirottamento dei fondi in altri settori. Questo ha comportato un alto tasso
di sviluppo umano e una preservazione del proprio patrimonio faunistico e
floristico. Il primo mediante alti livelli di alfabetizzazione (95%), un buon
servizio sanitario pubblico e una notevole stabilità politica (è uno dei pochi
stati dell’intero subcontinente a non aver avuto colpi di stato negli ultimi
decenni), il secondo è provato dalla notevole fetta del territorio (27,9%)
dichiarata parco nazionale. Attualmente l’unica forza armata presente nel paese
è il corpo di polizia.” (Wikipedia)
Dal 1986 in
Costa Rica si celebra anche il Giorno dell’Abolizione dell’Esercito, 1 dicembre
1948.

 

Disarmiamo la Repubblica - 2/06/2003

 


Al contrario in Italia chi manifesta a favore del disarmo viene punito! In
occasione della Festa Nazionale del 2003 il Gruppo di Azione Nonviolenta all’inizio
della parata militare ha esposto dal belvedere Antonio Cederna, che si affaccia
su via dei fori imperiali, uno striscione con scritto “Disarmiamo la
repubblica”. Sono state sventolate bandiere arcobaleno della pace e sono stati
lanciati volantini con scritto “No all’invio di soldati in Iraq”. All’arrivo
delle forze dell’ordine i manifestanti invece di opporre resistenza hanno
offerto loro dei bomboloni alla crema, dicendo “Questa è l’unica bomba che ci
piace!” Dieci manifestanti sono stati portati in commissariato e sono stati
rilasciati solo in tarda mattinata. Sono stati accusati di reato per manifestazione
non autorizzata, e lo striscione è stato sequestrato. Gli organizzatori
dell’iniziativa hanno dichiarato: "Il due giugno è la festa della
Repubblica nella cui Costituzione all’articolo 11 si ripudia la guerra come
strumento di risoluzione delle controversie internazionali
. A maggior
ragione si deve ripudiarla se si tratta di una guerra svolta fuori dal diritto
internazionale e che si configura come un intervento di occupazione e
spartizione economica di uno Stato sovrano, come sta avvenendo in Iraq. Per
questo ribadiamo il nostro no all’invio di militari italiani in Iraq".
I dieci pacifisti fermati hanno chiesto di allegare ai verbali
d’identificazione la seguente dichiarazione spontanea:


I sottoscritti dichiarano spontaneamente di appellarsi all’Art. 21 della
Costituzione Italiana: "tutti hanno diritto di manifestare liberamente
il loro pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di
diffusione"
. Hanno ritenuto e ritengono di poter partecipare alla festa della Repubblica del 2 giugno
aprendo uno striscione sul disarmo ed esprimendo il proprio pensiero, in modo
pacifico e senza recare alcun danno né a cose, né a persone, né alla dignità
della Repubblica, senza necessità di previa autorizzazione. Il dovere
costituzionale del ripudio della guerra ci accomuna, in quanto cittadini, alle
forze di Polizia e agli organi dello Stato.

Roma, 02.06.2003 (seguono le dieci firme)

 

Anche quest’anno hanno preso parte alla
sfilata anche ragazzi del servizio civile. “Non si tratta, come sostengono
alcuni Enti di Servizio Civile, di un riconoscimento a tale settore, ma al
contrario di un totale svilimento di
quelle che sono le radici culturali, politiche e sociali del servizio civile.”
dice il Coordinamento romano Obiettori di Coscienza.
Io non sono contrario al fatto che sfilino i volontari del servizio civile.
Sono contrario al fatto che sfilino assieme alle forze armate!
Questi ultimi una festa ce l’hanno già, ed è in quel giorno che dovrebbero sfilare
se proprio devono farlo. E’ il 4 novembre, in ricordo della data di emissione
del bollettino con il quale venne annunciata nel 1918 la resa dell’impero
austro-ungarico. Impero che allo scoppio della guerra nel 1914 era, assieme a
quello tedesco, alleato dell’Italia, la quale si è venduta ai francesi e agli
inglesi in cambio della promessa dei territori del
Trentino, il Tirolo,
Trieste, Gorizia, l’Istria, parte della Dalmazia, il protettorato sull’Albania,
su alcune isole del Dodecaneso e alcuni territori dell’Impero Turco, e
un’espansione delle colonie africane a scapito della Germania.
Ecco forse perché la vostra parata non la fate il 4 novembre. Siete squallidi.
Tra l’altro, ve lo confido, le sfilate militari sono passate di moda, sono veramente
un modo arcaico di sfoggiare la potenza di una nazione.

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli
altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di
sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra
le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a
tale scopo.
Organizzazioni come ad esempio l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile. Nel
2005-06 il rimborso spese offerto ai volontari del servizio civile era di
433,80 al mese, per 1200 ore di
lavoro obbligatorie l’anno. Ossia 4,33 € l’ora. Nel 2006-07 rimangono 433,80 €
al mese, ma le ore di attività obbligatorie aumentano a 1400, portando la
retribuzione a 3,71 € l’ora.
E invece perché siamo l’ottava potenza militare mondiale con una spesa militare
annua di 29,9 miliardi di dollari??

Il prossimo e ciascun 2 giugno invito a sfilare, se ne hanno voglia, tutti gli emarginati da questa nostra società “civilizzata”
come i senza tetto, gli immigrati, i tossicodipendenti, i sofferenti di
malattie rare, gli anziani che come pensione ricevono l’impronunciabile. Tutti
insieme per ricordare ai ministri che stanno a guardarci annoiati da sotto la
tettoia del palchetto che repubblica viene dal latino e significa “la cosa
pubblica”, non “pagliacciate”. La cosa pubblica, ossia nostra! NOSTRA! Per
coerenza questa dei giorni nostri dovrebbe chiamarsi Reusurpata Italiana.

Fonti: Wikipedia italiana, Wikipedia spagnola, Wikipedia inglese, www.conozcacostarica.com, www.obiezione.it, www.serviziocivile.it

 

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