Disobbedienza civile

Un estratto da “Disobbedienza
Civile” di Henry David Thoreau, libro al quale si ispirò pure Gandhi per la sua
lotta per l’indipendenza dell’India. (pagine 29, 30)

 

Sotto un governo che
imprigiona chiunque ingiustamente, il vero posto per un uomo giusto è la
prigione. Oggi, il posto giusto, il solo che lo stato garantisce agli spiriti
più liberi, ai meno scoraggiati, è nelle sue prigioni: essere espulsi,
estromessi dallo stato per sua stessa legge, così come essi si sono
auto-espulsi con i loro stessi principi. E’ li che lo schiavo in fuga, il
prigioniero messicano rilasciato sulla parola, e l’indiano venuto a denunciare
le ingiustizie subite dalla sua razza, li troverebbero; su quel suolo separato,
ma più libero e onorevole, nel quale lo stato mette quelli che non sono con
lui, ma contro di lui: la sola dimora, in uno stato schiavo, in cui un
uomo libero può abitare con onore. Se certuni pensano che la loro influenza,
laggiù, andrebbe perduta, e che le loro voci non affliggerebbero più l’orecchio
dello stato, e che, all’interno di quelle mura, non sarebbero più dei nemici,
essi non sanno di quanto la verità sia più forte dell’errore, né con quanta
maggiore eloquenza ed efficacia possa combattere l’ingiustizia colui che l’ha
sperimentata in piccola parte sulla propria persona. Date il vostro voto per
intero, non un pezzo di carta, ma tutta la vostra influenza. Una minoranza è
priva di potere quando si conforma alla maggioranza; non è neppure una
minoranza in quel caso; ma è irresistibile quando è di intralcio con tutto il
suo peso. Se l’alternativa è tenere tutti gli uomini giusti in prigione oppure
rinunciare alla guerra e allo schiavismo, lo stato non avrà esitazioni a fare
la sua scelta. Se mille uomini non pagassero quest’anno le tasse, ciò non
sarebbe una misura tanto violenta e sanguinaria quanto pagarle e permettere
allo stato di commettere violenza e di versare sangue innocente. Questa è, di
fatto, la definizione di una rivoluzione pacifica, se una tale rivoluzione è
possibile. Se l’esattore delle tasse, o qualunque altro pubblico ufficiale, mi
chiede, come qualcuno ha fatto, “ma cosa devo fare?”, la mia risposta è: “Se
vuoi veramente fare qualcosa, dai le dimissioni”. Quando il cittadino si
rifiuta di obbedire, e l’ufficiale dà le dimissioni dal suo incarico, allora la
rivoluzione è compiuta. Ma supponiamo pure che debba scorrere il sangue. Non
c’è una sorta di sangue versato, quando viene ferita la coscienza? Attraverso
questa ferita scorrono via la vera umanità e l’immortalità di un uomo, ed egli
sanguina fino a una morte eterna. Vedo questo sangue scorrere ora.


 Henry David Thoreau 

   Henry David Thoreau


 

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